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Dipendenza dalla pornografia: intervista ad Antonio Morra di PornoTossina

Come funziona la dipendenza dalla pornografia? Come nasce? Quali sono le sue conseguenze? I suoi effetti sul cervello?

Sono molto felice di aver intervistato Antonio Morra, creatore del movimento “controculturale” PornoTossina. Con questo progetto Antonio, supportato dalla moglie, sta girando dal 2013 scuole, università, gruppi giovanili e chiese. Racconta la sua storia, di come è caduto nella dipendenza dalla pornografia, di come ne è uscito… e, soprattutto, di come uscirne.

Il fenomeno della porno-dipendenza si è diffuso in modo vertiginoso negli ultimi anni e coinvolge ragazzi e ragazze sempre più giovani. Come scoprirai nell’intervista, la dipendenza dal porno effetti devastanti sia a livello psicologico che a livello sociale.

Buona lettura!

Intervista ad Antonio Morra sulla dipendenza dalla pornografia

Giulio: Secondo la tua esperienza e le tue ricerche, per quali motivi una persona (sia giovane che adulta) si avvicina al porno fino a diventarne dipendente?

Antonio: Nella maggior parte dei casi il primo contatto è sempre “per curiosità” o “per caso”. Molti bambini si avvicinano al porno perché cercano la parola sesso su Google ma purtroppo quello che trovano è estremo. Bisogna anche dire che la pornografia è aggressiva, cioè anche se non la cerchi, ti cerca durante il tuo uso quotidiano di Internet.

G: Quali sono le conseguenze e i danni più gravi di un uso continuativo, o peggio di una vera e propria dipendenza dalla pornografia? Potresti spiegare come il porno “riprogramma” il cervello?

A: La pornografia inquina il nostro cervello creando nuovi percorsi neurali che influenzano i comportamenti e le abitudini. Senza entrare i troppi tecnicismi bisogna sapere che vari studi hanno dimostrato che il porno riprogramma il nostro cervello come una droga. Indebolisce la nostra forza di volontà e, con il tempo, ci rende insensibili al piacere portando l’utente ad abusare più di pornografia sempre più estrema.

G: Il porno sta diventando, nei nostri tempi, un tabù al contrario. Fino a qualche tempo fa era considerato qualcosa di deplorevole, di impuro ecc. Oggi invece c’è una crescente“normalizzazione” della pornografia. Guardarsi qualche video porno ogni tanto è considerato socialmente accettabile, mentre chi invece ne segnala i pericoli viene etichettato come un bigotto, un retrogrado, un oscurantista ecc.

Nel tuo libro PornoTossina, definisci tutto ciò una “illusione culturale” e forse, in questo contesto, è più difficile capire di star sviluppando una vera e propria tossico-dipendenza dalla pornografia. Dunque in questa situazione come si può riconoscere di essere diventati dipendenti dal porno? Quali sono i segnali cui prestare attenzione? E come fermarsi in tempo?

A: L’industria pornografia è stata “geniale” nel ripulirsi e sbiancarsi nel corso degli anni. Tanti porno-attori sono adesso considerati delle star della televisione e tanti social influencer hanno partecipato a rendere la pornografia solo un “intrattenimento per adulti”. Sono pochi quelli che considerando il vero lato oscuro della pornografia.

La pornografia ti illude di vivere un’intimità quando alla fine sei SOLO davanti ad uno schermo buio. Il porno ti insegna ad essere un “egoista sessuale”. A considerare il sesso solo qualcosa per il tuo piacere narcisista.

Durante una conferenza sulle dipendenze tenutasi al Vaticano, la dott.ssa Aiken (una cyber-psicologa) disse che non dovremmo più usare la parola dipendenza ma la parola “schiavitù”. Questa parola da veramente il senso di cosa accade quando diventi dipendente: sei schiavo di quella sostanza, essa padroneggia e gestisce la tua vita. Usi quella sostanza come un “farmaco” per attenuare o anestetizzare il dolore che provi, qualsiasi esso sia. Capire questo meccanismo ti aiuta sicuramente a fermarti in tempo prima che lo faranno le conseguenze stesse del problema. Ci sono due strade verso il cambiamento, essere ispirati o essere disperati, prego che questo articolo possa ispirare tanti a farlo prima di arrivare alla disperazione.

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G: Nel tuo lavoro di divulgazione, hai spesso a che fare con giovani e adolescenti. Ho una curiosità a riguardo.

Pensando a come sono gli adolescenti (e a come ero io) ,come fai a dar loro un messaggio efficace, senza che risulti una “ramanzina”, un “predicozzo”…? Come far capire ai ragazzi la reale pericolosità del porno, senza che il tuo avvertimento sia visto come una – senza mezzi termini – rottura di scatole?

A: È molto semplice… comunicare con amore e empatia. Parto sempre dalla mia storia personale, gli adolescenti si rispecchiamo molto nelle esperienze più che in dei fatti concettuali. La mia vita da ex-pornodipendente apre la loro mente al confronto. Quando la loro mente è aperta e ricettiva allora, e solo allora, passo alla parte scientifica e sociologica del problema.

G: Come consideri il mondo del web e dei social, soprattutto in rapporto ai più giovani? Ormai non ne possiamo più fare a meno e infatti è il canale principale che anche tu usi per divulgare il tuo messaggio.

E’ quasi un – meraviglioso – paradosso… Usi internet e i social per far capire alle persone i pericoli di internet e dei social. Come vivi questa situazione?

A: La vivo molto tranquillamente. Come qualsiasi mezzo di comunicazione lo uso per divulgare un messaggio positivo. Internet è un mezzo fantastico se usato bene e per buoni fini. Con questo cerco comunque di avere una gestione ottimale del mio tempo, cercando di non “sprecare” troppe ore davanti ad uno schermo senza produrre niente di efficace. Cerco di gestire bene la mia giornata ponendomi delle priorità anche nell’uso dei dispostivi digitali.

G: Come utilizzi i social nel tuo quotidiano? Usi delle tecniche/metodi per non cadere in un utilizzo compulsivo delle piattaforme? Hai sviluppato degli “anticorpi mentali”? Se si, quali?

A: Come dicevo anche prima cerco di dare delle priorità e scadenze alla mia giornata. Molto semplicemente ho impostato tramite le impostazioni del mio iPhone (tempo di utilizzo) dei limiti di tempo per delle specifiche APP tipo Facebook e Instagram. Uso anche l’APP Todoist che mi aiuta tantissimo per i “task” della giornata tra lavoro, famiglia e progetti vari.

G: Nel tuo video più visto (quello sull’app Tik Tok) fai riferimento al rischio pedofilia. Credi che ci siano collegamenti tra la diffusione vertiginosa della pornografia e la pedofilia?​​​

A: Nessuno vuole ammetterlo ma sicuramente troviamo un collegamento tra pornografia e pedofilia. Negli ultimi mesi l’associazione Exodus Cry ha denunciato Porn Hub per la presenza di materiale pedo-pornografico sul suo portale. Guarda il video è tempo di oscurare pornhub.

NOTA: sulla pagina Facebook di PornoTossina, Antonio ha segnalato il proprio rifiuto per la “promozione” di PornHub dal titolo “Forza Italia, We Love You”. Il sito ha messo a disposizione degli italiani l’accesso premium in modo gratuito durante il periodo di quarantena. Che ragazzi generosi… 

Una delle categorie che mi preoccupa di più è quella chiamata “pseudo-child-porn”. Un genere pornografico dove le donne, in modo particolare, vengono selezionate per avere un corpo minuto e sono vestite da scolarette con colori molto accessi. Tutto fa pensare che siano delle minorenni (anche se sulla carta non lo sono). Video del genere hanno milioni di visualizzazioni e molti si chiedono che tipo di reazioni ci sono nelle mente di una persona che guarda costantemente questo genere dove pseudo-adolescenti sono abusate, violentate e spinte ad atti sessuali con adulti. Una cosa è certa, la pornografia può essere uno dei fattori che portano alla pedofilia ma sicuramente non è il solo.

G: Fai spesso riferimento a Gesù e alla Bibbia nei tuoi libri e sui social… Quanto è stata importante la fede nella tua battaglia contro la dipendenza dalla pornografia?​

A: Gesù è la mia vita ed è stato il vero artefice della mia libertà. La fede mi ha aiutato a “rimpiazzare” la pornografia con un piacere vero: conoscere Cristo e sperimentare la sua presenza nella mia vita.

La Bibbia è la fonte di verità che riempie la mia mente e la rinnova giorno per giorno. La mia mente è riprogrammata dalle rivelazioni contenute in un libro che libro non è… una parola vivente nei secoli.

G: Per restare sul tema, riporto un frammento del tuo libro PornoTossina che mi ha davvero colpito.

“La pornografia, la manifestazione più virale della Rivoluzione Sessuale, sta riducendo milioni di uomini a patetici dipendenti che si masturbano disperatamente mentre scorrono migliaia di immagini e video – rendendo molti di loro impotenti. […] Mi chiedo spesso perché la gente non veda la triste ironia di tutto ciò. Come uomini e donne assetati che bevono acqua salata, infiammiamo semplicemente la nostra lussuria con la pornografia, disidratandoci della vera intimità umana che bramiamo. Anzichè riconoscerla quale il veleno che è, affermiamo che la pornografia aiuti il sesso, o che sia uno spensierato atto di ricreazione, o persino uno strumento per stimolare un matrimonio spento. Il sostegno a questa falsa illusione culturale sta avendo come risultato l’esatto opposto di ciò che i Rivoluzionari del Sesso ci hanno promesso che sarebbe accaduto: sta uccidendo il sesso.”

​​​​​Per concludere, vorresti commentare queste tue stesse parole e darci il tuo parere sugli effetti negativi che la dipendenza dalla pornografia – e il porno in generale – ha non solo sull’individuo, ma sulla società intera?

A: La pornografia in modo particolare alimenta il narcisismo dentro di noi e porta milioni di persone a rendere oggetto i corpi degli altri. Peggio di questo, la pornografia alimenta, a livello globale, la tratta sessuale. Il porno è spesso usato come mezzo pubblicitario per trafficare migliaia di persone (donne in modo particolare). La pornografia carbura la tratta sessuale continuamente.

Per approfondire, date uno sguardo a questo video: Il porno carbura la violenza 

G: Grazie Antonio per questa intervista e per la Missione che stai portando avanti.

Trovi i libri di Antonio sul suo sito.

Ci si vede Oltre…

Giulio – Risveglio Digitale

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